RELAZIONE CONCLUSIVA
Il 4° concorso biennale, che riguardava “La lavorazione del metallo pregiato in Europa nei secoli XIX e XX”, ha sollecitato ancora una volta i corsisti delle Università della terza età d’Italia a scoprire un’arte poco studiata; l’occasione viene dall’impegno della Federuni, con la tradizionale ed insostituibile collaborazione di Intesa San Paolo, di orientare le Università alla ricerca di oggetti non molto conosciuti. L’argomento riguardante i manufatti in metallo pregiato risulta relativamente trattato e la ricerca promossa dalla Federuni, vincendo le tradizionali definizioni settoriali, recupera problematiche e temi ad ampio raggio, dalla produttività del territorio alle tradizioni artigianali, dai legami profondi di aree contigue ai rapporti tra artigiani e artisti operanti in ambiti strettamente correlati. Per lo studioso e per l’appassionato, il venir a contatto con il manufatto procura quel senso di esaltazione prodotto dal recepire in maniera netta e precisa la sua progettazione e costruzione. Con piacere abbiamo notato che gli estensori degli elaborati hanno letto antichi ricettari in cui si dettano le modalità per il raggiungimento di una produzione sempre all’altezza della tradizione, per capire come si muovevano gli artigiani nei tempi passati, quando la tecnica più che altro era nella loro mente e nel loro estro. Leggere le ricerche del presente concorso significa comprendere, con la nostra esperienza, una civiltà della quale siamo eredi; significa rievocare un mondo neppure tanto lontano nel tempo. I lavori presentati risultano interessanti e dimostrano impegno e capacità di chi ha condotto le ricerche, sapendo cogliere il contesto ambientale ed il valore artistico dei manufatti e facendo risaltare la genialità degli artisti e/o artigiani creatori dei manufatti.
Si sente il bisogno di ricordare una produzione che, sebbene quantitativamente limitata, 13 lavori di 30 corsisti provenienti da 13 Università, era frutto di una esperienza diretta e di una creatività nata dall’intelligenza di provetti artigiani. Il bravo artigiano riesce a trasfondere in un modello già precostituito nell’essenzialità della forma e della funzione, il fervore della sua personale inventiva, e l’opera da lui eseguita si distingue appunto per questa inconfondibile presenza della spirito umano.
Un plauso cordiale a Intesa Sanpaolo che ha consentito la realizzazione del concorso e la pubblicazione della presente monografia. Vivissimi ringraziamenti anche agli autori dei lavori che con la loro partecipazione qualificata hanno ben evidenziato il significato e le finalità della ricerca.
Marco Marcucci, Daniele Diotallevi e Mario Bagnara
Commissione giudicatrice