Le Università della terza età, soprattutto in Italia, sono nate come risposta a un bisogno profondo di cultura e di aggiornamento delle fasce di età adulta, data la continua e rapida trasformazione dei metodi produttivi e degli stili di vita ed il prolungamento della vita. Nel nostro Paese il volontariato si è dimostrato immediatamente attento e disponibile nel rispondere a tali esigenze promuovendo un po’ ovunque istituzioni apposite. Il problema da definire era la fisionomia di tali istituzioni, le finalità, i metodi da usare. Su queste esigenze nasce nel 1982 a Torino la Federazione italiana tra le Università della terza età (Federuni). Le poche istituzioni allora esistenti in Italia hanno deciso, in quella sede, di unirsi per un’elaborazione progettuale e per un aiuto reciproco. I primi anni della Federazione non sono stati facili per le diversità di orientamenti fra coloro che l’avevano promossa e per lo statuto provvisorio. Solo nel 1985 la Federuni, dopo un anno di lavoro, si dà a Vicenza uno statuto, regolarmente registrato, e da allora acquista finalità e fisionomie precise. A differenza dei Paesi esteri in Italia le Università della terza età non sono promosse dalle Università degli Studi. La Federazione quindi si propone di diventare, per queste istituzioni, il sostegno e il riferimento culturale, attraverso una serie annuale di congressi, di conferenze organizzative, di incontri interregionali, i cui lavori sono raccolti in una quarantina di agili pubblicazioni. Possiamo dire che oggi la Federazione ha un progetto preciso per queste istituzioni ed ha predisposto alcuni sussidi metodologici di buon livello per le sedi federate. Sono cresciute in questi anni le proposte della Federuni, dalla ricerca sul territorio, ai concorsi per stimolare la creatività, all’impegno socio-culturale per la valorizzazione nel Paese dei beni culturali. Tali prospettive sono state discusse ed elaborate in appositi convegni: la “ricerca” sul convegno internazionale di Venezia del 1995, i “concorsi sulla ricerca” sempre a Venezia negli anni seguenti ed ora a Vicenza, l’“impegno per i beni culturali” nel 1999. Nel congresso 2000 di Faenza la Federazione ha deciso di occuparsi anche della formazione dei docenti delle Università della terza età, con stages interregionali. Questo lavoro di ampio respiro ha progressivamente qualificato le Università federate e ha visto crescere costantemente nella Federazione il numero delle sedi associate: dalle iniziali 30 del 1985, alle oltre 260 attuali. La Federuni ha favorito in questi anni l’incontro fra le Università attraverso varie iniziative, soprattutto con gli incontri interregionali, che dal 1985 si tengono regolarmente ogni anno nel Nord-Ovest, nel Nord-Est, al Centro e al Sud d’Italia. In essi sono nate proficue collaborazioni e molte Università poi, seguendo il modello francese ed europeo, hanno dato vita a sedi decentrate, con un’esperienza precisa di “lavoro a rete” per l’interscambio dei docenti e per servire zone periferiche che non avrebbero potuto usufruire di specifiche proposte culturali. Da alcuni anni la Federuni ha intrapreso anche un’azione promotrice presso gli enti pubblici per specifiche leggi regionali di inquadramento e di sostegno delle Università della terza età. Quattordici Regioni oggi dispongono di leggi, spesso elaborate con il contributo delle Università federate. Negli ultimi anni l’attenzione della Federazione si è spostata sul piano nazionale, affinché lo Stato si dia carico del problema, faccia tesoro dell’esperienza già maturata, promuova (senza fagocitare l’esistente) questo settore di grande valore per la qualità della vita. La Federazione italiana è convinta che l’attuale progresso dell’Occidente abbia bisogno di essere integrato dalla “trasmissione culturale”, dalla “cultura delle relazioni”, dalla “costruzione quotidiana della società civile” attraverso il potenziamento dei mondi vitali quali la famiglia, l’associazionismo, il volontariato. Ritiene perciò di grande valore sociale le Università della terza età, proprio perché raggruppano, preparano ed elaborano strategie con persone particolarmente qualificate a svolgere tali compiti sociali.
Giuseppe Dal Ferro